In occasione delle feste di maggio in onore del Volto Santo, con la mia macchinetta fotografica ho scattato moltissime foto alla reliquia abruzzese per coglierne le stupefacenti peculiarità olografiche che la rendono unica al mondo. Ad esempio, la foto che vedete sopra, l'ho scattata quando il sudario si trovava esposto in chiesa all'interno del suo trono con la porta della basilica aperta. Ebbene, il finissimo bisso, se osservato contro una luce diretta, non mostra più il Sacro Volto impresso perché i colori non fanno corpo sul telo (Col 1,15: Egli è l'immagine del Dio invisibile, Primogenito di tutta la creazione).
Questo fatto ci spiega allora che l'effigie non può essere una pittura.
Di ogni opera pittorica realizzata su stoffa, anche se esposta contro luce, noi per la sua proprietà statica - dovuta ai pigmenti che, essendo stati mescolati ad un legante hanno coperto completamente la superfice del telo - ne sappiamo descrivere la natura dei colori e la loro tonalità, la direzionalità delle pennellate e le sfumature. Nel Volto Santo tutto questo è impossibile accertarlo perché la figura è dinamica: cambia sia nell'aspetto sia nella tonalità dei colori con il variare della luminosità e dell'angolo visuale. Il velo, se illuminato con raggi polarizzati della lampada di Wood, non emette fluorescenza per nessuna stratificazione pittorica.
Comparando le prime due foto, che riguardano il Volto Santo di Manoppello illuminato in modo diverso, possiamo osservare come le due immagini abbiano un diverso aspetto.
L'elaborazione da me eseguita al computer, che si riferisce alla sovrapposizione del volto della S. Sindone (fig. 3) al Volto Santo (fig. 2), dimostrano come i due volti appartengano ad un'unica immagine (vedi fig.4).
La complementarità esistente, tra il volto della S. Sindone e quello di Manoppello, a mio avviso è stata voluta dallo Spirito Santo per spiegarci la Luce di Verità.
Ogni verità da chiunque sia detta viene dallo Spirito Santo.
San Tommaso d'Aquino
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