Foto ed elaborazioni realizzate da Antonio Teseo
esperto in grafica informatica
Parlare del Volto Santo di Manoppello significa occuparsi della reliquia più importante della cristianità.
Da attente analisi osservate al computer, sono arrivato alla conclusione che l’immagine non può essere un artefatto per alcuni validi motivi che spiegherò in seguito.
Da attente analisi osservate al computer, sono arrivato alla conclusione che l’immagine non può essere un artefatto per alcuni validi motivi che spiegherò in seguito.
Intanto c'è da dire che la figura è impressa su un sudario di finissimo bisso di lino. Ai tempi di Gesù, questo drappo era considerato prezioso quanto l’oro perché aveva una notevole valenza simbolica per la religione giudaica: assumeva una trasparenza eterea quando veniva esposto al cielo ed un colore aureo - che rimandava alla radiosa luminosità del divino - quando veniva filtrato dai raggi del sole.
Una peculiarità eccezionale
L’occhio attento di uno studioso non può non accorgersi di una particolarità del Santo Volto riscontrabile specie quando la reliquia viene portata in processione nelle feste di maggio. Con la luce del giorno, in questa circostanza la condizione è ideale per poter cogliere un doppio aspetto dell'immagine - da figura bidimensionale a tridimensionale o viceversa - allorquando l’incidenza dell'illuminazione proiettata sul velo varia d'intensità a 360°.
Se ad esempio la luce del sole si trova ad illuminare di più il retro del telo che il verso frontale, le macchie di sangue sulle ferite appaiono - sul Volto sfigurato di Gesù - in forma bidimensionale, allargate e con il bordo perimetrale di coagulo (questi tre aspetti riguardano lesioni che appaiono in fase di rimarginazione). Se contrariamente il telo si trova esposto all’ombra, le stesse macchie risultano invece - sul Volto trasfigurato di Cristo - ritirate, prospettiche e di color brunastre, perché si sono trasformate in croste di sangue di ferite già cicatrizzate.
Se ad esempio la luce del sole si trova ad illuminare di più il retro del telo che il verso frontale, le macchie di sangue sulle ferite appaiono - sul Volto sfigurato di Gesù - in forma bidimensionale, allargate e con il bordo perimetrale di coagulo (questi tre aspetti riguardano lesioni che appaiono in fase di rimarginazione). Se contrariamente il telo si trova esposto all’ombra, le stesse macchie risultano invece - sul Volto trasfigurato di Cristo - ritirate, prospettiche e di color brunastre, perché si sono trasformate in croste di sangue di ferite già cicatrizzate.
Scoperta osservata con il computer che è uno strumento scientifico
Poiché l’immagine impressa sul sudario è diapositiva, esaminando allora le foto speculari di ognuna delle facce del telo scattate dalla stessa distanza, dalla stessa direzione e con la stessa condizione d’illuminazione, non si riesce a stabilire un dritto e un rovescio che sia pittorico o di stampa. A tale proposito anche scansioni ad alta definizione hanno dimostrato che tra gli spazi fittissimi della trama non esistono pigmenti che darebbero corpo ad un dritto per uno o per l'atro verso del velo. Quindi queste due considerazioni, unite all'inspiegabile mutamento dell'aspetto, costituiscono un caposaldo di irriproducibilità anche con i sofisticati mezzi di oggi.
Alcuni studiosi che pregiudizialmente non vogliono accettare questa realtà, pensano addirittura che il Volto Santo sia il risultato di una raffigurazione avente soltanto un unico dritto pittorico eseguito su entrambi i lati del telo con la tecnica ad acquerello. Ciò però è praticamente impossibile, in quanto l’immagine ad acquerello con il tempo sbiadisce considerevolmente (non è il caso del Volto Santo) e inoltre nella Sacra Icona di Manoppello la diapositività è un caso unico al mondo sia per ciò che riguarda i tratti sia per quel che riguarda la tonalità. Sarebbe bastato che il presunto pittore avesse calcato di più la mano con il pennello su un verso del telo, oppure gli fosse scappato un pizzico di colore in più, che già noi dovremmo riscontrare contro luce un macroscopico errore (che ovviamente nel Volto Santo di Manoppello non si rileva affatto).
E’ dunque la luce ad esaltare le tante proprietà che sono racchiuse nel mistero di questa Immagine, che a mio avviso si è formata proprio per mezzo di una luce, ma quella metafisica, poiché la figura si comporta come un ologramma realizzato su una pellicola diapositiva.
Che cosa dicono alcune fonti storiche
Una testimonianza scritta tra l' XI e il XII secolo da Giorgio Cedreno, narra che nel 574 un’immagine “ Acheiropoietos ” (non fatta da mani d'uomo) venne trasportata da Camulia (in Cappadocia) a Costantinopoli.
E’ stupefacente come la descrizione di questo telo sia riconducibile esattamente al Velo Santo di Manoppello. Molto probabilmente il sudario si ritrovò successivamente a Roma nel medioevo con il nome di Veronica (voce coniata dal latino “Vera”: Vera; e dal greco “Eycon”: Icona). All'epoca, questa reliquia era considerata la più importante della cristianità.
Ecco ciò che scrisse Dante Alighieri a suo riguardo nel XXXI Canto del Paradiso:
“ Qual è colui che forse di Croazia
viene a veder la Veronica nostra,
che per l’antica fame non sen sazia,
ma dice nel pensier, fin che si mostra:
‘Segnor mio Iesù Cristo, Dio verace,
or fu sì fatta la sembianza vostra? ”
Confronto con un’altra importante reliquia
Dalla sovrapposizione in scala 1:1 di due foto, una del Volto Santo e l'altra della Sacra Sindone di Torino, risulta che la prima immagine è complementare alla seconda per i tratti somatici e le lesioni con una congruità del 100%.
L'errore che si commette nell'interpretare il volto sindonico (che non dimentichiamolo è un'immagine indefinita) è quello di fidarsi delle apparenze. Quasi tutti i sindonologi, infatti, sono concordi nel ritenere che dal negativo fotografico di questa figura si sia in grado di rintracciare ogni dettaglio del volto dell'uomo della Sindone. Ne consegue allora che in questa figura sarebbero visibili le sopracciglia, le cavità oculari, le palpebre chiuse degli occhi, la bocca, i baffi folti, il naso e il mento; ovverosia, tratti somatici e altri elementi che però non trovano alcuna corrispondenza in scala con quelli realmente visibili nel Volto Santo di Manoppello. Dovendo interpretare così un negativo fotografico è logico poi che uno studioso, bravo che voglia essere, vada inevitabilmente incontro ad enormi lacune che deve poi sempre portarsi dietro.
Ma vediamo che cosa rivela ancora il computer
Se dall'immagine reale del volto della Santa Sindone di Torino si possono distinguere sia la tonalità color rosso sangue di alcuni rivoli sia la tonalità color giallo paglierino visibile su gran parte della figura, dopo aver causato un oscuramento per contrasto ad una foto, risulta che anche il color giallo paglierino ha assunto una conformità monocromatica di color rosso sangue.
Ciò significa che molto probabilmente l'Icona sia formata da una più o meno densità di sangue forse mista a sudore e che la stessa ha subito però dei processi chimici di ossidazione e disidratazione a livello di fibrille del tessuto da cause dovute ad un'irradiazione (infatti si è scoperto sul lino uno strato superficiale in nanometri di polisaccaridi che si possono trovare anche nelle molecole di glucosio "glicemia" presenti nel sangue).
Dopo queste spiegazioni, desidererei ora che foste voi lettori ad esprimere un parere sul Volto Santo. Per farlo, bisogna cliccare sotto sulla scritta "Posta un commento".
Io cercherò di approfondire il discorso con tutti coloro che si esprimeranno con riflessioni interessanti e costruttive.
Dalle prime elaborazioni in alto possiamo osservare:
1a elab. a sinistra, volto sindonico oscurato per contrasto al computer (notare come il sangue dell'alone - localizzabile sopra il labbro a sinistra della bocca del Cristo - e il rivolo fuoriuscito dalla ferita sotto la palpebra - al lato dell'occhio destro - abbiano assunto una conformità monocromatica di color sangue come sono i rivoli presenti sulla fronte. La perfetta sovrapponibilità esistente tra l'alone impresso sulla S. Sindone e lo tesso del Volto Santo di Manoppello, escludono categoricamente la teoria che vorrebbe che il volto dell'uomo della Sindone abbia i baffi folti. Un alone ematico ben definito, infatti, non può formarsi sopra a dei peli.
2a elab. a destra, perfetta sovrapposizione "alone e rivolo" su Sindone e Volto Santo (notare come il sangue fuoriuscito dalla bocca e dal naso di Gesù abbia imbrattato la barba, il mento e la fossetta sopra il labbro superiore).
Appena sotto le prime elaborazioni troviamo dall’alto in basso due coppie di foto.
La prima coppia, mostra il Volto Santo illuminato in due modi differenti:
Nella prima foto, possiamo osservare la macchia ematica fuoriuscita dalla ferita al lato sinistro del setto nasale di Gesù che è bidimensionale e in fase di coagulazione dopo essersi allargata; nella seconda foto, si può osservare come la stessa macchia sia invece ritirata, brunastra e prospettica, dopo aver assunto la sembianza di una crosta di ferita);
la seconda coppia di foto mostra prima la S. Sindone e poi il Sacro Volto di Manoppello sovrapposto all’immagine precedente.
Ps: Per osservare meglio le elaborazioni cliccarci sopra per vederle ingrandite.
2 commenti:
Signor Teseo, complimenti per i suoi importantissimi studi. Finalmente c'è qualcuno che ci fa capire qual'è realmente l'effettiva importanza dell'immagine del Velo di Manoppello.
Sin' ora avevo trovato soltanto siti ripetitivi e senza alcun contenuto scientifico.
Certo, molto probabilmente non si riuscirà mai a capire completamente il mistero di questa mirabile Immagine, ma di sicuro non si può trascurare il messaggio che essa lancia a tutta l'umanità.
Di nuovo un grazie dall'intimo del mio cuore.
Giovanni
Risposta di Antonio Teseo
Signor Giovanni, la ringrazio di aver apprezzato i miei studi.
Io credo che con il suo interessante intervento lei abbia centrato un punto molto significativo:
"Il Volto Santo di Manoppello è un mistero".
Infatti, la sua immagine non è statica come un dipinto o una stampa, ma cambia aspetto ai nostri occhi non appena la luce che la illumina varia d'intensità. E' proprio la luce poi a spiegarci che ci troviamo di fronte all'immagine sfigurata di Gesù e allo stesso tempo anche a quella trasfigurata del Risorto.
Ma non è mica finita qui?
La stessa luce, ha anche la proprietà di rendere la figura del Volto Santo man mano sempre più diafana a tal punto da non farcela più vedere.
La saluto cordialmente.
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