Sfogliando la rivista semestrale di informazione sul Volto Santo di Manoppello, ho trovato scritto che da giugno a dicembre 2012 il Santo Sudario di nostro Signore Gesù Cristo è stato visitato da ben tre cardinali: Sua Eminenza Oswald Gracias, Arcivescovo Metropolita di Bombay (India), Presidente della Conferenza Episcopale Indiana, Presidente della Federazione dei Vescovi dell'Asia; Sua Eminenza Ennio Antonelli, Arcivescovo di Firenze, Membro della Congregazione per le cause dei Santi; Sua Eminenza Camillo Ruini, Cardinale Presbiterio di Sant'Agnese fuori le mura, Vicario Generale Emerito di Sua Santità per la Città di Roma. Oltre a questi esponenti di spicco del clero, il Sacro Volto è stato contemplato anche da altrettanti illustri personaggi della nostra Chiesa Cattolica: vescovi, sacerdoti, frati e suore provenienti da tutto il mondo e dall' Ambasciatore dell'Ucraina presso la Santa Sede e presso il Sovrano Militare Ordine di Malta, Dott.ssa Tetiana Izhevska.
A sinistra, Sua Eminenza Oswald Gracias con tre suore; a destra, Sua Eminenza Camillo Ruini con il nostro Arcivescovo Monsignor Bruno Forte
PERLE DI FEDE
Articolo pubblicato nel Bollettino del Volto Santo di Manoppello "Dicembre 2012"
I tre grandi "segni sacri e di grande efficacia" della Cristianità
di suor Petra-Maria Steiner
Sono quasi caduti nell'oblio i tre grandi segni sacri, le tre grazie che, sin dall'inizio della cristianità, hanno unito gli uomini dimostrando loro in modo visibile e anche "scrivendo nel loro cuore" quale grande privilegio sia poter essere cristiani. Essi sono: la Croce, il Volto Santo, il Tabernacolo.
Nel santuario di Manoppello troviamo, l'uno accanto all'altro, tutti questi tre "segni sacri e di grande efficacia". Al giorno d'oggi, purtroppo, essi cadono sempre più nell'oblio.
Forse è il segnale che siamo passati da una fede un tempo "globale" e quindi davvero cattolica (termine che vuol dire universale) a una fede di tipo individualistico. Abbiamo a stento il coraggio di testimoniare pubblicamente la nostra fede, perché ne conosciamo troppo poco gli elementi fondanti. Chi non conosce la propria fede, non può neanche testimoniarla.
Per cambiare direzione, per opporci a questa deriva, dobbiamo riacquistare consapevolezza della grandezza che rivestono tre meravigliosi "segni sacri" di grande importanza per alimentare la nostra fede. "Stringi forte quel che possiedi affinché nessuno ti porti via la corona"(1).
La Croce
"Nella Croce è la salvezza, nella Croce è la vita, nella Croce è la speranza"(2),
così canta la Chiesa celebrando la sacra liturgia. Dopo la sentenza della Corte dell'Aja del 2011 si parla poco della 'Croce', un tema questo che in quel momento aveva acceso gli animi. La questione era: "Nei luoghi pubblici di tutta Europa si può continuare ad appendere la Croce - sì o no?" L'Occidente europeo rischia di perdere il simbolo su cui un tempo ha fondato la propria cultura! Per ora possiamo mantenere la "Croce". Ma per quanto tempo ancora? - Questo è il punto. Fu l'imperatore Costantino a porre fine alla persecuzione dei cristiani, durata oltre due secoli, innalzando la Croce e creando così le basi per un'Europa cristiana. Togliendo la Croce quale altro elemento rimane per tenere unita l'Europa e il mondo? Gesù Cristo, morendo sulla Croce, ha liberato l'umanità dalla schiavitù e dalla maledizione del peccato. Così facendo l'ha liberata anche dalla morte eterna e dall'inferno. La Croce, che si innalza tra il cielo e la terra e che mostra la vera grandezza dell'uomo, oggi non è più gradita.
San Bruno ha detto: "La Croce resta lì ferma mentre il mondo gira"(3).
Anche se il mondo gira le spalle a Dio, passando dalla gratitudine all'ingratitudine e quindi dalla cultura dell'amore a quella dell'odio e della morte, la Croce resta lì ferma, resta l'unico segno fermo che non si muove - anche oggi.
Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) amava ripetere, davanti ad ogni crocifisso che vedeva, l'antica preghiera: "Ave crux - spes unica!"(4).
Soltanto se si rivolge lo sguardo alla Croce di Gesù Cristo, l'uomo sa - e può sperimentare ogni volta di nuovo - che i suoi peccati gli vengono rimessi, che le forze del male vengono sconfitte e che la morte non ha più alcun potere; e che non c'è più alcun motivo di separazione tra Dio e l'uomo. Davanti alla Croce l'uomo sperimenta l'amore infinito di Dio Padre e comprende che "Io sono amato da Lui e posso chiamarmi figlio di Dio".
Il Volto Santo
A Manoppello vi è un Volto che mette in crisi tutto il nostro modo di leggere quello che percepiscono i nostri sensi - il Volto Santo. Non è fatto da mano d'uomo. È un telo sottilissimo tratto da una conchiglia e chiamato bisso. Questo tessuto non può essere dipinto a mano. Su questo telo trasparente si vede un volto che presenta un'espressione totalmente diversa a seconda dell'incidenza della luce.
Nel Salmo 104 troviamo la chiave di lettura per poter comprendere questo segno:
"O Signore mio Dio, quanto sei grande!
Ti avvolgi nella luce come un manto"(5)
Un tempo, soltanto i re e le persone molto ricche potevano possedere il bisso(6).
Esso era usato per il Tempio e quindi per Dio(7) come anche per le vesti dei sacerdoti. Qui, nel velo di Manoppello, vediamo il volto di Gesù nella tomba nel primo istante della resurrezione. Questo è, allo stesso tempo, l'ultimo istante di vita del corpo sofferente ed è anche il momento in cui esso viene trasfigurato nel corpo immortale ed eterno del Re eterno, del Sommo Sacerdote, del vero Dio. È il volto che ha portato San Giovanni a credere alla Resurrezione ancora prima che i discepoli sapessero dalla Sacra Scrittura che "Lui doveva risorgere dai morti"(8). Questo "Primo Testamento", questa prima testimonianza della Resurrezione di nostro Signore, questo velo trasparente - del tutto privo di colore - diventa, nella Chiesa occidentale, l'immagine primigenia, la prima di tutte le rappresentazioni iconografiche di Cristo della storia dell'arte fino al XVI sec. Non importa se il volto di Cristo sia stato raffigurato con la tecnica dell'affresco, del dipinto, del mosaico o della miniatura; era sempre il volto del grande Vincitore. È lui che ha calpestato la testa del serpente, come era stato profetizzato alla donna dopo il peccato originale. Il drago è stato sconfitto; deve liberare ciò che ha rubato a Dio con uno stratagemma.
Nei tempi antichi, in ogni chiesa non solo c'era la Santa Croce, segno della nostra redenzione ma era anche raffigurato, e si poteva vedere, il volto del Vincitore, del Vittorioso. A che cosa ci serve la liberazione attraverso la Croce se essa non porta a una vittoria? La Resurrezione di Gesù è il sigillo, come dire la ratifica del Padre che ha accolto la morte in croce di Gesù a espiazione dei nostri peccati; e attraverso di essa, la redenzione che ci viene donata può diventare efficace in noi...
Nei tempi antichi, in ogni chiesa non solo c'era la Santa Croce, segno della nostra redenzione ma era anche raffigurato, e si poteva vedere, il volto del Vincitore, del Vittorioso. A che cosa ci serve la liberazione attraverso la Croce se essa non porta a una vittoria? La Resurrezione di Gesù è il sigillo, come dire la ratifica del Padre che ha accolto la morte in croce di Gesù a espiazione dei nostri peccati; e attraverso di essa, la redenzione che ci viene donata può diventare efficace in noi...
Segue nel prossimo numero
NOTE:
1 Ap 3,11 (Bibbia di Knoch)
2 Gotteslob 205,1
3 Sulla porta di ingresso di ogni certosa, San Bruno scriveva sempre le parole: "Stat crux, dum volvitur orbis" - " La croce sta lì ferma, mentre il mondo si muove".
4 Possa tu essere salutata, o croce, unica speranza
5 Sal 104,1+2 (103)
Nessun commento:
Posta un commento