Finalmente ci siamo!
Con questa mia ultima scoperta dimostro come la figura del Volto della S. Sindone sia relativa ad una foto indefinita - perché particolarmente sovraesposta ad una luce - composta da liquido ematico ossidato e disidratato e non da colorante.
Il suo negativo fotografico
ci rivela che l'aspetto è delimitato verticalmente dalle immagini di due pieghe passanti per i caratteri zigomatici imbrattati di sangue; queste pieghe, perché corrispondenti in sovrapposizione - anche nei punti d'incrocio - a quelle che ritroviamo nel telo della reliquia del Volto Santo di Manoppello, appartengono dunque al sudario sepolcrale (Gv. 20, 6-7) e non al lenzuolo.
Le freccette indicano le pieghe con i punti d'incrocio del sudario di Manoppello
Quindi il volto della S. Sindone non è altro che la figura indefinita del Volto Santo di Manoppello, perché questo sudario, posto sul capo di Gesù dopo la sua morte, nel giorno della Santa Pasqua fu irradiato e filtrato dalla luce del Volto di Cristo risorto: il Santo Volto, che era apparso miracolosamente sul bisso macchiato con il sangue della Passione, fu proiettato in trasparenza dalla Luce Celeste sulla parte interna del lino sindonico e impresso per mezzo di scariche elettriche nell'ultravioletto (vedi qui sopra la fig.2: dalla sovrapposizione "Sindone-Volto Santo" ricavata al computer mediante appannamento e aumento di contrasto, viene alla luce il colore naturale del sangue che aveva sfigurato la faccia di Gesù).
Ecco ora come si ottiene il negativo del Volto Sindonico con la figura definita del Volto Santo di Manoppello
Attribuendo ad ogni immagine che vediamo qui sopra una lettera da sinistra a destra, osserviamo che la sovrapposizione della fig. E, è stata da me realizzata con un rafforzamento di contrasto: essa, se trasformata in negativo, presenta in maniera accentuata le tracce delle orbite oculari rispetto alla figura invertita del volto della S. Sindone. Tuttavia, se alla sovrapposizione, anziché procedere con un rafforzamento di contrasto si effettua invece un aumento importante di luminosità (vedi la fig. B, che è l'immagine riflessa della fig. A) ecco che questa diventa identica a quella della S. Sindone invertita in negativo fotografico (vedi prima la fig. B, poi la C, che è il suo negativo fotografico, ed infine confronta quest'ultima immagine con la F, trovata in Internet in bianco e nero ).
Questo lavoro scientifico, dunque, dimostra che sul lino di Torino si è miracolosamente stampata la foto della sembianza del Volto del Redentore particolarmente sovraesposta a dei riflessi diretti di luce che avevano illuminato e filtrato il sudario di Manoppello (vedi la figura qui sotto da me ricostruita in grafica: le macchie ematiche, che nella tomba risultavano aver imbrattato il sudario, poiché impresse mediante la Luce del Volto di Cristo risorto per proiezione, si mostravano conformi in sovrapposizione con i lineamenti della sembianza del Signore che si vedeva in trasparenza dal finissimo bisso) qui, il sangue, lo possiamo osservare in una tono chiaro, perché l'ho trasformato da positivo a negativo fotografico in maniera da dare più rilevanza al Volto Santo; con il colore acquamarina, invece, osserviamo quelle aree del sudario che erano state filtrate dai riflessi della Luce della risurrezione provenienti sempre da dietro il telo.
Attraverso questa ricostruzione grafica, allora, dobbiamo immaginare che questo aspetto del Signore si fosse impressa, sempre per proiezione, ma in modo indefinito e speculare, proprio sulla S. Sindone di Torino (è come se l'immagine, formata dal Sangue della Passione, che però ha subito dei processi chimici di disidratazione e ossidazione trasformandosi in un colore giallo paglierino, risultasse sgranata: vedi qui a fianco la fig.1).
Tuttavia, per ricavare dalla figura sindonica un' immagine più compatta, così da poter distinguere bene il chiarore dei riflessi della luminosità dal sangue, con un programma di grafica dobbiamo prima appannarla con un filtraggio e poi con un altro aumentare il contrasto (vedi fig.1, che è rapportata alla medesima immagine impressa sul bisso del Volto Santo di Manoppello).
Sul sacro lino la sembianza indefinita del Salvatore si formò per mezzo del Sangue della Passione che, per fissarsi in modo indelebile sulle fibrille, subì una lieve bruciacchiatura per mezzo di scariche elettromagnetiche nell'ultravioletto. Gli atomi di carbonio di questa bruciacchiatura fissatisi e che quindi con l'avvenuta irradiazione hanno contaminato l'intero lino della S. Sindone, falsano l'esame della datazione con il C 14. Le scariche avevano trasformato chimicamente sia il sangue, perché ossidato e deidratato, che la cellulosa, poiché decomposta in polisaccaridi.
Nell'immagine che osserviamo sopra, riguardante la trasparenza del sudario di Manoppello, il liquido ematico lo troviamo invertito in negativo a coprire i lineamenti (cioè in chiaro), per dare più risalto al Santo Volto del Risorto.
Attraverso questa ricostruzione grafica, allora, dobbiamo immaginare che questo aspetto del Signore si fosse impressa, sempre per proiezione, ma in modo indefinito e speculare, proprio sulla S. Sindone di Torino (è come se l'immagine, formata dal Sangue della Passione, che però ha subito dei processi chimici di disidratazione e ossidazione trasformandosi in un colore giallo paglierino, risultasse sgranata: vedi qui a fianco la fig.1).
Tuttavia, per ricavare dalla figura sindonica un' immagine più compatta, così da poter distinguere bene il chiarore dei riflessi della luminosità dal sangue, con un programma di grafica dobbiamo prima appannarla con un filtraggio e poi con un altro aumentare il contrasto (vedi fig.1, che è rapportata alla medesima immagine impressa sul bisso del Volto Santo di Manoppello).
Sul sacro lino la sembianza indefinita del Salvatore si formò per mezzo del Sangue della Passione che, per fissarsi in modo indelebile sulle fibrille, subì una lieve bruciacchiatura per mezzo di scariche elettromagnetiche nell'ultravioletto. Gli atomi di carbonio di questa bruciacchiatura fissatisi e che quindi con l'avvenuta irradiazione hanno contaminato l'intero lino della S. Sindone, falsano l'esame della datazione con il C 14. Le scariche avevano trasformato chimicamente sia il sangue, perché ossidato e deidratato, che la cellulosa, poiché decomposta in polisaccaridi.
Nell'immagine che osserviamo sopra, riguardante la trasparenza del sudario di Manoppello, il liquido ematico lo troviamo invertito in negativo a coprire i lineamenti (cioè in chiaro), per dare più risalto al Santo Volto del Risorto.
Per gli apostoli erano due i motivi per poter credere alla risurrezione di Gesù:
1) dover contemplare e meditare nella Grazia la Sua rianimazione con i segni della Passione (vedi sotto delle ultime immagini la fig. 1);
2) dover contemplare e meditare nella Grazia la Sua trasfigurazione ricevuta dalla luce del Padre (vedi ancora sotto delle ultime immagini la fig. 3, ricavata dal filtraggio computerizzato "equalizzazione" che ha la proprietà di esaltare in ogni foto i pixel in chiaro della luce proiettatasi su un soggetto); Gv. 1, 18; Dio nessuno l'ha visto mai. L'Unigenito Dio, che è nel seno del Padre, egli lo ha rivelato.
Col 1,15: Egli è l'immagine del Dio invisibile, Primogenito di tutta la creazione.
Gv. 6, 40: Questa è infatti la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna e io lo risusciti nell'ultimo giorno.
2 commenti:
Se la Gioconda è anche un ritratto al femminile di Leonardo, il più antico dei morphing,
allora potrebbe essere considerato lo specchio “magico” della Sindone. La Gioconda e la Sindone conterrebbero, in modo nascosto, lo stesso volto. Come lo specchio magico della matrigna di Biancaneve, la Gioconda indicherebbe il più bello del reame. Se la Sindone è autentica reliquia della morte-risurezzione di nostro Signore, allora il volto raffigurato è veritiero per definizione. Ne consegue che Gesù e Leonardo verso il termine della loro vita erano simili nel volto. Mentre se è opera umana, esiste un limite temporale per la sua creazione. L’incendio della cappella francese di Chambéry del 1532, dove era custodita e fu danneggiata, rappresenta l’orizzonte degli eventi, la data limite della sua origine. E’ quindi possibile l’attribuzione a Leonardo, per i seguenti motivi:
Iconografici. Il volto sindonico rimanda all’immagine di Leonardo.
Le proporzioni del corpo sarebbero corrispondenti all’Uomo Universale di Leonardo, riprodotto sul retro della moneta da un EURO italiana. Nella figura della Sindone,
una mano sembra avere le dita più lunghe dell’altra, come nel ritratto di Cecilia Gallerani. L’inquietante immagine della ferita al costato ricorda l’urlo di uno dei guerrieri al centro della Battaglia di Anghiari, come appaiono da alcuni disegni originali dei combattenti della Battaglia conservati al museo delle Belle Arti di Budapest, e nella probabile parte del cartone raffigurante la testa di guerriero conservata a Oxford, Ashmolean Museum.
Ricorsivi. La figura individuabile nella zona plantare destra
sarebbe l’autoritratto di profilo dell’autore.
Magici. La Sindone e l’Autoritratto sono custoditi a poche decine di metri l’uno
dall’altro, essendosi ritrovati dopo secoli tutti e due nel centro storico di Torino. L’Autoritratto è conservato nella Biblioteca Reale e la Sindone nell’attiguo Duomo. Entrambi gli oggetti esposti, con grandi precauzioni, al pubblico solo in eventi particolari. Se è autentica reliquia-miracolo, non si può escludere a priori,
l’intenzione dell’Autore di farne un’opera d’arte paragonabile ai maestri del
Rinascimento.
Nell’ipotesi che l’autore sia Leonardo, il volto di Gesù impresso sulla Sindone, sarebbe “vero” per la “magia” realizzata dall’artista. Il volto sarebbe simile a quello di Leonardo, che ne sarebbe il modello. Avrebbe realizzato l’ennesimo viaggio temporale. Un genio, consapevolmente o meno, ne avrebbe ritratto un Altro trasfigurandosi, realizzando una straordinaria icona. Tramite gli artisti la materia si farebbe verbo. Un concetto caro a Papa Paolo VI. Inoltre, se il professor Alinei ha potuto sostenere, che la Gioconda è una donna morta, ritratta come viva, un “non vivo”, nella Sindone, invece, avremmo un
Uomo vivo, ritratto come morto, un “non morto”. Cfr. Ebook (amazon) di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.
Solleva la pietra, e là mi troverai, taglia il legno ed io sono là. Proclama Gesù, secondo il Vangelo apocrifo di Tommaso.
In poche parole ti spiego subito perché la S. Sindone di Torino e il Volto Santo di Manoppello non possono essere opere realizzate da mano d'uomo:
In entrambe le figure si è fissato, solo sulla parte più superficiale delle fibrille di ogni filo, del plasma sia chimico che fisico.
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