INTERNATIONAL WORKSHOP ON THE SCIENTIFIC APPROACH TO THE ACHEIROPOIETOS IMAGES - Enea Research Centre of Frascati – 4 to 6 may 2010
BREVI RIFLESSIONI SUL CONFRONTO INTERNAZIONALE SULLE PIU’ FAMOSE IMMAGINI ACHEROPITE: SINDONE-TILMA-VOLTO SANTOby Antonio Bini – unosemper@libero.it
http://holyfaceofmanoppello.blogspot.com/2010/05/first-news-from-frascati-workshop.html
Promuovere un'ampia discussione scientifica sui recenti studi relativi agli aspetti chimici, fisici, meccanici, storici e di medicina legale delle più famose immagini acheropite (ossia, non fatte da mani d’uomo): la Sindone di Torino, la Tilma di Guadalupe e il Velo di Manoppello questo l'obiettivo della Conferenza internazionale organizzata dall'Enea, presso il suo Centro Ricerche di Frascati dal 4 al 6 maggio, attraverso il confronto tra i differenti approcci di queste discipline di una quarantina di scienziati e studiosi provenienti da Stati Uniti, Francia, Austria, Canada, Danimarca, Germania, Messico, Israele, Francia, Polonia, Spagna, Italia. L'ENEA – ente nazionale italiano per le nuove tecnologie e l’energia - ha dedicato all'iniziativa un apposito sito - solo in lingua inglese - per sottolineare il rilievo internazionale dell'evento -http://www.acheiropoietos.info/ - la cui realizzazione è stata prevista durante il periodo di ostensione della Sindone a Torino, cogliendo l’opportunità della presenza in Italia di molti studiosi stranieri. Può apparire molto singolare che un ente pubblico nazionale che si occupa a livello scientifico di energia e nuove tecnologie si impegni su questi temi, su un terreno complesso e apparentemente lontanissimo dalla sua attività istituzionale. In effetti, questo interesse è da mettere in relazione con la capacità dell’ENEA di riprodurre in laboratorio una colorazione simile a quella della Sindone, con le stesse caratteristiche di superficialità dell’immagine, grazie a speciali laser ad eccimeri. Il risultato è stato raggiunto irradiando con potenti lampi di luce ultravioletta tessuti di lino. Una circostanza casuale, in quanto gli studiosi erano impegnati in ricerche relative ad applicazioni industriali. La ricerca è stata pubblicata nel 2008 sulla rivista americana Applied Optics. Ed è stato proprio il prof. Paolo Di Lazzaro, leader del laboratorio Eccimeri del centro di Frascati a svolgere il ruolo di coordinatore (chairman) del confronto internazionale che si è sviluppato sui seguenti temi: caratteristiche delle immagini; ipotesi di formazione delle immagini; datazione delle immagini; elaborazione delle immagini; nuovi strumenti di analisi; restauro e conservazione; confronto tra le diverse immagini acheiropoietos; aspetti storici; aspetti medico-legali. Il Workshop è stato preceduto da lavori preparatori da parte di un comitato scientifico internazionale e da un comitato organizzatore locale. Gran parte delle relazioni ha riguardato la Sindone, con un nutrito numero di studiosi, soprattutto americani, tra cui la direttrice del Centro di Ricerche sulla Sindone di Richmond, Diana Fulbright. Elementi di interesse sono emersi da relazioni riguardanti gli aspetti medico-legali, ma l’impressione generale è stata che gli interventi ruotassero direttamente o indirettamente ancora sulle controverse questioni legate alla datazione del telo con la tecnica radiometrica del Carbonio 14, eseguita nel 1988 con esami di tre distinti campioni presso altrettanti laboratori di Zurigo, Oxford e dell’Arizona e quindi sull’incidenza dei fattori ambientali sulla contaminazione del telo di Torino. In un intervento di José Carlos Espriella Godinez, membro del Centro Messicano di Sindonologia, sono state illustrate le caratteristiche acheropite della Tilma di Guadalupe, fornendo elementi per inquadrare il miracolo nel contesto della storia del cristianesimo nel paese sudamericano. Evidente interesse ha suscitato il Volto Santo di Manoppello, le cui immagini – talvolta di grande qualità ed efficacia – sono state proiettate più volte sul grande schermo. La straordinaria divulgazione del Volto Santo di questi ultimi anni e il sempre più frequente accostamento con la più famosa Sindone trova nell’iniziativa organizzata dall’ENEA – un implicito riconoscimento della validità scientifica degli studi sin qui portati avanti da un ristretto numero di ricercatori, che ha avuto la possibilità di illustrare le proprie tesi di fronte ad una qualificata platea internazionale. Il prof. Heinrich Pfeiffer, pioniere degli studi sul Volto Santo, ha approfondito sotto il profilo storico-artistico il tema delle acheropite, soffermandosi sulle più note immagini sacre dell’antichità, costituite dal Mandylion di Edessa e da Kamulia (o Camulliana). A queste immagini corrisponderebbero peraltro la Veronica (Volto Santo) e la Sindone. Alcune inspiegabili peculiarità del velo sono state illustrate dal prof. Giulio Fanti, dell’Università di Padova, autorevole sindonologo, che da alcuni anni si è avvicinato con rispetto al Velo di Manoppello. Ma gli interventi più interessanti, anche per il loro carattere di novità, sono stati probabilmente quelli di tre docenti universitari polacchi, avvicinatisi di recente al Volto Santo. Zbigniew Treppa e Karolyna Aszyk, docenti di semeiotica delle immagini dell’Università di Danzica, che hanno illustrato i loro studi sulla sorprendente mutevolezza dell’immagine, soffermandosi in particolare sulla bocca, che mostra con maggiore evidenza i riflessi dei mutamenti dell’immagine, rispetto in particolare alla dentatura. Le tesi esposte sono state più ampiamente dettagliate in un libro uscito in Polonia lo scorso anno dal titolo “Fotografia z Manoppello”. Un significativo contributo è venuto da Jan S. Jaworski professore di chimica dell’Università di Varsavia, che ha sostenuto e documentato la tesi che il tessuto sul quale è impresso il Volto Santo è di bisso marino e che alle peculiari proprietà del bisso sia da attribuire la straordinaria trasparenza del Velo. Ricordo che l’ipotesi del bisso marino fu sostenuta il 1° settembre 2004 da Chiara Vigo, che vive nell’isola di Sant’Antioco in Sardegna, la quale è ritenuta l’ultima maestra di questa arte tessile dell’antichità ancora esistente nel Mediterraneo. Come è noto, la straordinarietà di questo particolarissimo tessuto, che deriva da un grande mollusco (pinna nobilis) è che si può tingere, ma su di esso non è possibile dipingere. L’idea che potesse trattarsi di bisso venne a suor Blandina, avendo casualmente tra le dita filamenti di cozze di mare dell’Adriatico, mentre le successive ricerche e il coinvolgimento della Vigo si deve al giornalista e scrittore tedesco Paul Badde. Roberto Falcinelli, fotografo romano, ha esposto i risultati di una propria ricerca sulla datazione dell’Opusculum di Jacopo Grimaldi, conservato in Vaticano, che documenta com’era la Veronica prima della sua scomparsa. Come è noto, le immagini rappresentavano il volto di Cristo con gli occhi aperti, contrariamente al mutato modello iconografico imposto nel Seicento.
Promuovere un'ampia discussione scientifica sui recenti studi relativi agli aspetti chimici, fisici, meccanici, storici e di medicina legale delle più famose immagini acheropite (ossia, non fatte da mani d’uomo): la Sindone di Torino, la Tilma di Guadalupe e il Velo di Manoppello questo l'obiettivo della Conferenza internazionale organizzata dall'Enea, presso il suo Centro Ricerche di Frascati dal 4 al 6 maggio, attraverso il confronto tra i differenti approcci di queste discipline di una quarantina di scienziati e studiosi provenienti da Stati Uniti, Francia, Austria, Canada, Danimarca, Germania, Messico, Israele, Francia, Polonia, Spagna, Italia. L'ENEA – ente nazionale italiano per le nuove tecnologie e l’energia - ha dedicato all'iniziativa un apposito sito - solo in lingua inglese - per sottolineare il rilievo internazionale dell'evento -http://www.acheiropoietos.info/ - la cui realizzazione è stata prevista durante il periodo di ostensione della Sindone a Torino, cogliendo l’opportunità della presenza in Italia di molti studiosi stranieri. Può apparire molto singolare che un ente pubblico nazionale che si occupa a livello scientifico di energia e nuove tecnologie si impegni su questi temi, su un terreno complesso e apparentemente lontanissimo dalla sua attività istituzionale. In effetti, questo interesse è da mettere in relazione con la capacità dell’ENEA di riprodurre in laboratorio una colorazione simile a quella della Sindone, con le stesse caratteristiche di superficialità dell’immagine, grazie a speciali laser ad eccimeri. Il risultato è stato raggiunto irradiando con potenti lampi di luce ultravioletta tessuti di lino. Una circostanza casuale, in quanto gli studiosi erano impegnati in ricerche relative ad applicazioni industriali. La ricerca è stata pubblicata nel 2008 sulla rivista americana Applied Optics. Ed è stato proprio il prof. Paolo Di Lazzaro, leader del laboratorio Eccimeri del centro di Frascati a svolgere il ruolo di coordinatore (chairman) del confronto internazionale che si è sviluppato sui seguenti temi: caratteristiche delle immagini; ipotesi di formazione delle immagini; datazione delle immagini; elaborazione delle immagini; nuovi strumenti di analisi; restauro e conservazione; confronto tra le diverse immagini acheiropoietos; aspetti storici; aspetti medico-legali. Il Workshop è stato preceduto da lavori preparatori da parte di un comitato scientifico internazionale e da un comitato organizzatore locale. Gran parte delle relazioni ha riguardato la Sindone, con un nutrito numero di studiosi, soprattutto americani, tra cui la direttrice del Centro di Ricerche sulla Sindone di Richmond, Diana Fulbright. Elementi di interesse sono emersi da relazioni riguardanti gli aspetti medico-legali, ma l’impressione generale è stata che gli interventi ruotassero direttamente o indirettamente ancora sulle controverse questioni legate alla datazione del telo con la tecnica radiometrica del Carbonio 14, eseguita nel 1988 con esami di tre distinti campioni presso altrettanti laboratori di Zurigo, Oxford e dell’Arizona e quindi sull’incidenza dei fattori ambientali sulla contaminazione del telo di Torino. In un intervento di José Carlos Espriella Godinez, membro del Centro Messicano di Sindonologia, sono state illustrate le caratteristiche acheropite della Tilma di Guadalupe, fornendo elementi per inquadrare il miracolo nel contesto della storia del cristianesimo nel paese sudamericano. Evidente interesse ha suscitato il Volto Santo di Manoppello, le cui immagini – talvolta di grande qualità ed efficacia – sono state proiettate più volte sul grande schermo. La straordinaria divulgazione del Volto Santo di questi ultimi anni e il sempre più frequente accostamento con la più famosa Sindone trova nell’iniziativa organizzata dall’ENEA – un implicito riconoscimento della validità scientifica degli studi sin qui portati avanti da un ristretto numero di ricercatori, che ha avuto la possibilità di illustrare le proprie tesi di fronte ad una qualificata platea internazionale. Il prof. Heinrich Pfeiffer, pioniere degli studi sul Volto Santo, ha approfondito sotto il profilo storico-artistico il tema delle acheropite, soffermandosi sulle più note immagini sacre dell’antichità, costituite dal Mandylion di Edessa e da Kamulia (o Camulliana). A queste immagini corrisponderebbero peraltro la Veronica (Volto Santo) e la Sindone. Alcune inspiegabili peculiarità del velo sono state illustrate dal prof. Giulio Fanti, dell’Università di Padova, autorevole sindonologo, che da alcuni anni si è avvicinato con rispetto al Velo di Manoppello. Ma gli interventi più interessanti, anche per il loro carattere di novità, sono stati probabilmente quelli di tre docenti universitari polacchi, avvicinatisi di recente al Volto Santo. Zbigniew Treppa e Karolyna Aszyk, docenti di semeiotica delle immagini dell’Università di Danzica, che hanno illustrato i loro studi sulla sorprendente mutevolezza dell’immagine, soffermandosi in particolare sulla bocca, che mostra con maggiore evidenza i riflessi dei mutamenti dell’immagine, rispetto in particolare alla dentatura. Le tesi esposte sono state più ampiamente dettagliate in un libro uscito in Polonia lo scorso anno dal titolo “Fotografia z Manoppello”. Un significativo contributo è venuto da Jan S. Jaworski professore di chimica dell’Università di Varsavia, che ha sostenuto e documentato la tesi che il tessuto sul quale è impresso il Volto Santo è di bisso marino e che alle peculiari proprietà del bisso sia da attribuire la straordinaria trasparenza del Velo. Ricordo che l’ipotesi del bisso marino fu sostenuta il 1° settembre 2004 da Chiara Vigo, che vive nell’isola di Sant’Antioco in Sardegna, la quale è ritenuta l’ultima maestra di questa arte tessile dell’antichità ancora esistente nel Mediterraneo. Come è noto, la straordinarietà di questo particolarissimo tessuto, che deriva da un grande mollusco (pinna nobilis) è che si può tingere, ma su di esso non è possibile dipingere. L’idea che potesse trattarsi di bisso venne a suor Blandina, avendo casualmente tra le dita filamenti di cozze di mare dell’Adriatico, mentre le successive ricerche e il coinvolgimento della Vigo si deve al giornalista e scrittore tedesco Paul Badde. Roberto Falcinelli, fotografo romano, ha esposto i risultati di una propria ricerca sulla datazione dell’Opusculum di Jacopo Grimaldi, conservato in Vaticano, che documenta com’era la Veronica prima della sua scomparsa. Come è noto, le immagini rappresentavano il volto di Cristo con gli occhi aperti, contrariamente al mutato modello iconografico imposto nel Seicento.
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