Studio realizzato da Antonio Teseo
Da questa comparazione, che mostra l'immagine fotografica in negativo della Santa Sindone di Torino (a sinistra) e la sovrapposizione "riflessa" ottenuta con un rafforzamento di contrasto al computer tra l'aspetto indefinito della S. Sindone e il Volto Santo di Manoppello (fig.2), ci si può rendere conto come i sindonologi scambino il sangue impressionatosi in superficie sulle fibrille dei fili del lino torinese (il plasma subì un processo chimico di ossidazione e disidratazione) con un'immagine caratterizzata da luci ed ombre e che dunque non rende per niente testimonianza alla verità. E' allora a dir poco deprimente dover assistere a delle pubblicazioni in rete, da parte dei più importanti motori di ricerca, di alcune ricostruzioni in grafica del Santo Volto della Sindone che non hanno nulla a che vedere con il Volto Santo di Manoppello, oppure a delle sovrapposizioni tra le figure dei due volti che sono completamente distorte rispetto alla realtà, ma che tuttavia godono della credibilità e degli apprezzamenti di quanti in questo campo sono inesperti.
"Poiché capisco che chi si collega in un sito è solito leggere solo l'ultimo post tralasciando gli altri per pigrizia o per ragioni di tempo, torno allora a ripetere che il Volto impresso sulla S. Sindone non è altro che l'immagine indefinita del sudario di bisso insanguinato e un po' aggrinzito, che all'interno del sepolcro recava il Volto Santo di Manoppello, dopo l'avvenuto lampo di luce della risurrezione di Cristo (Lc. 17, 24-25; Mc. 10, 33-34). Tre giorni prima di quell'evento, durante la preparazione del corpo di Gesù calato dalla croce per la sepoltura, questo sudario pulito aveva coperto il Volto del Signore, dopodiché la salma fu avvolta con un lenzuolo intriso di aromi (S. Sindone)."
Come dimostro scientificamente sotto presentando alcune foto particolarmente ingrandite, anche il velo di Manoppello conterrebbe del sangue disidratato però presente solo sulla parte più superficiale delle fibrille dei fili sia da un verso che dall'altro (da ricordare che l'immagine del Sacro Volto è diapositiva). Qualsiasi tipo di pittura avrebbe invece inconfutabilmente imbevuto di colore l'interno di ogni filo per capillarità e per di più noi dovremmo vedere pigmenti legati a sostanze di apporto (collagene) ricoprire i fittissimi spazi vuoti del telo (ogni forellino, delimitato dall'ordito e la trama, corrisponde in micrometri a soli due o tre capelli accostati insieme). La copertura degli spazi vuoti dei pigmenti stesi renderebbero statica l'immagine che, al contrario, cambia come un ologramma a seconda della luminosità e dell'angolo visuale.
Benché, dunque, il Volto Santo di Manoppello non è una pittura, in questo Mirabile Aspetto si verificano dei mutamenti impressionanti. A mio avviso ciò deriverebbe dal fatto che nell'attimo della risurrezione di Gesù delle scariche di raggi nell'ultravioletto, emesse da un lampo che aveva illuminato il telo sia dalla parte interna che da quella esterna (luce del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo), avrebbero provocato alle fibrille dei fili delle degradazioni per una lieve bruciacchiatura e delle alterazioni cromatiche dovute sia a interferenze di onde elettromagnetiche sia alla proiezione simultanea di due immagini ben distinte: per luce trasmessa, sotto, dove vi era il Volto di Gesù, di un Volto Sfigurato; per luce riflessa, sopra, quindi esternamente, di un Volto Trasfigurato. Tuttavia il calore delle scariche elettriche avrebbe anche recato effetti degradanti al sangue. A tale riguardo ho avuto modo di vedere sui fili ingranditi da un microscopio elettronico: alcune micro tracce di coaguli e grumi, localizzati soprattutto all'altezza dei capelli, perché molto del sangue presente sulla testa di Gesù era defluito dalla cute ai capelli a causa del casco di spine; un'esigua traccia di sangue bruciacchiato e decomposto in ossido di ferro; e per finire una crosticina di sangue bruciacchiato e decomposto in carbonato di calcio.
Da ciò che ho spiegato fin qui, si dovrebbe allora per forza di cose sentenziare che ogni filo del Velo Santo di Manoppello rifrange intrinsecamente la luce in maniera diversa, a seconda dell'illuminazione e dell'angolo visuale, restituendo all'osservatore colori diversi che hanno la particolarità di trasformare la figura o in Effigie passionale, o gloriosa, o addirittura invisibile (contro la luce diretta, ad esempio, è l'effetto del bianco a far sparire completamente l'immagine, mentre se avessimo una stesura pittorica, noi vedremmo un tono artificiale di fondo che interferirebbe in sovrapposizione con questo colore).
Differenze nel Volto Santo di Manoppello illuminato in tre modi diversi
Il Volto Santo di Manoppello è stato quindi scritto dalla luce dello Spirito Santo.
Spiegazione delle altre figure sottostanti:
Durante una giornata di ricerca che si tenne anni addietro a Manoppello, organizzata dall'emittente della TV tedesca della ZDF e alla quale insieme ad una decina di scienziati di tutto il mondo anche il sottoscritto fu invitato a parteciparvi avendo dovuto presentare una relazione di studio, esaminando il telo del Volto Santo di Manoppello con un microscopio elettronico, messo a disposizione dal professor Giulio Fanti, notammo che all'altezza della fronte del Santo Volto c'era un piccolo taglio, impercettibile quindi ad occhio nudo, perché dovuto ai tanti ripiegamenti che il velo ricevette nella storia sopra un punto d'incrocio. Ebbene, dopo che il professor Giulio Fanti scattò questa ed altre foto riguardanti anche parti diverse del Volto e ce le regalò alcuni giorni dopo tramite email, io riguardando a casa più volte questa foto mi accorsi che proprio sopra questo taglietto una mia collaboratrice aveva immortalato anni prima con una fotografia del sangue impressionato nell'immagine e che come per la S. Sindone esso si rendeva visibile solo oltre i due metri di distanza. In seguito a questo fatto, scoprii allora che come succede per la S. Sindone anche nell'immagine del Volto Santo di Manoppello il sangue ha subito un processo chimico di ossidazione e disidratazione solo sulla parte più superficiale delle fibrille dei fili.
Spiegazione delle immagini che vediamo sotto: a sinistra, forte ingrandimento della fronte del Volto Santo di Manoppello con il cerchietto che evidenzia il piccolo taglio di cui abbiamo parlato (per chi ha l'occhio allenato, pronto a scorgere anche i più piccoli dettagli, può osservare le ferite degli aculei del casco di spine che fu posto sul capo di Gesù); a destra, il piccolo taglio nel telo visto con il microscopio elettronico (le elaborazioni sono state realizzate da Antonio Teseo. Cliccare sulle figure per vederle ingrandite).
Sotto a sinistra, foto del Volto Santo illuminato all'aperto con la luce del sole; al centro, ingrandimento del piccolo taglio nel velo visto con il microscopio elettronico, quando l'ostensorio con il Volto Santo fu adagiato di fronte a noi con l'Immagine Santa che era visionabile da sinistra verso destra (le freccette che vediamo indicano come l'interno di ogni filo non sia imbevuto per capillarità da colori pittorici); la terza foto mostra l'ingrandimento della fronte del volto per rintracciare una piccola linea bianca che è relativa alla piega "al centro della fronte" e che impercettibilmente reca con sé il piccolo taglio (le elaborazioni sono state realizzate da Antonio Teseo. Cliccare sulle figure per vederle ingrandite).
Concludendo, colgo l'occasione per ringraziare sentitamente l'Esimio Professor Giulio Fanti, docente di Misure Meccaniche e Termiche presso l'Università di Padova che, regalandomi queste ed altre meravigliose foto ingrandite del Volto Santo di Manoppello mi ha permesso di sviluppare molte delle mie ricerche.
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